lunedì 20 maggio 2013

Un po' di cose viste. Belle.

In questi giorni sono passati altri film belli, oltre a quei due o tre di cui ho parlato (e quello della Coppola non è propriamente bello). Sul film di Kore-Eda Soshite Chichi Ni Naru (Like Father, Like Son), che è molto bello e commovente, che chiama in causa responsabilità da padri e da figli, che grazie a un tema universale e alla delicatezza con cui lo affronta (ci sono due famiglie vittime di uno scambio di bambini, avvertite dell'errore a sei anni dalla nascita dei figli) si fa perdonare qualche pianoforte e qualche movimento di macchina di troppo, non avrei altro da aggiungere a ciò che scrive l'ottimo Federico Gironi. C'era poi Tian Zhu Ding di Jia Zhangke, film potente e costruito alla perfezione, con improvvise e inattese esplosioni di violenza che spezzano in modo sin troppo plateale il realismo della messinscena, che non so perché mi ha ricordato il neorealismo di Visconti, coreografato ed elegante. Un po' ci si è tutti stupiti, specie dopo un duplice omicidio efferato e spettacolare, ma poi ho pensato a Still Life e alla navicella spaziale che prendeva il volo all'improvviso e allora gli squarci surreali di Jia Zhangke non mi sono più sembrati così audaci. Fanno piuttosto parte di un cinema pronto a superare se stesso, cosa che non può che far bene. Tra le cose più belle, in un festival al momento non proprio esaltante, un italiano, Roberto Minervini, che tra le proiezioni speciali ha presentato Stop the Pounding Heart.

Siamo in Texas, come nel precedente Low Tide, c'è una famiglia che alleva capre e legge la Bibbia a colazione, pranzo e cena, che non manda a scuola i figli ma fa sedute collettive di riflessione religiosa, c'è una ragazza che sembra aderire alle regole della famiglia ma a poco a poco capisci che no, quel mondo le va stretto, c'è un giovane cow boy che cavalca tori e vorrebbe insegnarlo anche alla ragazza, ma questa dice sempre no, c'è una comunità di gente normale con il cervello grosso così, tra il fango, la pioggia, le sere al rodeo, il formaggio di capra, i picnic nei boschi di un Texas mai visto prima. C'è sopratutto un regista che cerca la sua strada e sta addosso i personaggi, indeciso all'apparenza tra documentario e finzione, e proprio per questo capace di dare al suo film una tensione speciale, un'inquietudine di fondo che accompagna la giovane donna nel suo cammino verso una possibile evasione. Incompiuto, sospeso, anche per questo notevole.

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